Ci siamo lasciati tentare da questo voluminoso tomo pescato nella vetrina delle “Novità” : LA CUOCA SEGRETA DI FRIDA, edito da Salani nell’autunno del 2023 , con la traduzione di Sara Cavarero.
Nelle sue “Note”, a pagina 589, l’Autrice rivela che “Nayeli Cruz non è mai esistita”, e di conseguenza, nemmeno sua figlia Felipa e sua nipote, Paloma. Malgrado ciò, abbiamo seguito con crescente trepidazione le loro vicende lungo le oltre 580 pagine di questo corposo romanzo, a volte un poco …complicato. Infatti, specialmente all’inizio, vi è un certo senso di “disorientamento” con quel continuo saltare dai nostri giorni – con la storia di Paloma alle prese, a Buenos Aires, con un dipinto dal valore di svariati milioni di dollari ereditato dalla nonna Nayueli e di cui vuole assolutamente conoscere la storia – agli anni 40 e 50 dello scorso secolo – quando conosciamo una giovanissima Nayeli in fuga dal suo villaggio, nel Messico, per mettersi in salvo da un matrimonio forzato. Spesso si è costretti a ritornare indietro di qualche pagina, per rimettere ordine nella narrazione e riannodare dei fili che nel frattempo si erano sciolti. Tutto sommato, però, la lettura ti incalza e ti coinvolge, soprattutto quando entrano in scena i personaggi “reali”, due artisti del calibro di Frieda Kahlo e del suo compagno di una vita Diego Rivera, ma anche altri attori che giocano un ruolo determinante per tingere di giallo questo romanzo che, sul finale, dipana la sua intricata matassa offrendo interessanti colpi di scena. Insomma, molta, moltissima carne sul fuoco, … forse anche troppa, tanto che alcuni temi vengono solo accennati e di taluni personaggi si conosce poco o si perdono le tracce. Fossimo ad agosto, sarebbe davvero un bel “libro da ombrellone”, perfetto per perdersi tra le pagine con la brezza estiva tra i capelli; ce lo faremo bastare per questo inizio di primavera, sul balcone di casa con un golfino leggero, mentre attendiamo l’arrivo delle prime rondini. E’ davvero una lettura intrigante, fatto salvo per alcuni – forse troppi … - refusi ortografici ( ah ... che nostalgia per i buoni vecchi “correttori di bozze”…) che ci auguriamo non abbiamo a diventare una cattiva abitudine nella moderna editoria.
EmmeDi, marzo 2024