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Le nostre recensioni

Di Viola Ardone: Il treno dei bambini, per Einaudi Stile Libero Big (2019) e di Milena Palminteri: Come l’arancio amaro, edito da Bompiani (2024) sono due recenti, piacevoli letture, pescate sugli scaffali della Biblioteca Comunale di Novazzano. Due splendide voci di donne nel panorama letterario italiano, che ci trasportano nella loro terra raccontandoci storie di donne e di famiglie. Napoli – il primo – e la Sicilia – il secondo – sono lo sfondo su cui si muovono i protagonisti di questi due bellissimi romanzi, in cui fatti realmente accaduti si intrecciano alle loro storie, ai loro drammi personali. Viola Ardone immagina la storia di Amerigo Speranza, un piccolo napoletano che, nell’immediato dopoguerra, risale a Bologna per alcuni mesi, insieme ad altri bambini come lui, partecipanti a un progetto del Partito Comunista per sollevare i piccini dalla miseria dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Un racconto che ci parla di solidarietà e amore, ma anche di separazione, di dolore e di destini che – forse – avrebbero potuto essere diversi . Con Milena Palminteri invece si va in Sicilia, nel paese immaginario di Sarraca “paesuzzo marinaro che dalla Sicilia spia l’Africa” dove incontriamo una giovane donna, Carlotta, un’avvocatessa che non esercita la sua professione (…perché in Sicilia, negli anni ’60 del secolo scorso, non è così scontato), ma fa la direttrice dell’archivio notarile di Agrigento. È appunto lì che scopre, casualmente, un verbale che fa riferimento a fatti relativi alla sua famiglia d’origine. Questo documento la spinge a frugare nel proprio passato, dove l’autrice ci trasporta, nel 1924, e dove conosciamo tutti i personaggi, i loro intrecci, i segreti che li legano (o li dividono..). Una scrittura potente, con il ricorso frequente al dialetto (si veda il ricco glossario in appendice), assolutamente coinvolgente e che ti trascina senza sosta dalla prima pagina alla parola “Fine”. 

EmmeDi, ottobre 2024
Il treno dei bambini e Come l'arancio amaro

Viola Ardone, Milena Palminteri

Einaudi 2019 e Bompiani 2024

Jane Austen: cosa sappiamo di lei? Fu una scrittrice britannica, vissuta a cavallo tra il 1700 e il 1800, che diede alle stampe celebri romanzi, dai quali, nel corso degli anni, sono stati tratti film e sceneggiati con interpreti noti e apprezzati. Citiamo ad esempio “Ragione e sentimento” del 1995, con Emma Thompson, Kate Winslet, Hugh Grant e Alan Rickman, oppure “Orgoglio e pregiudizio”, in una serie televisiva sempre del 1995 con un giovane Colin Firth nei panni di Mr. Darcy, oppure nella versione cinematografica del 2005 con Keira Knightley e Matthew Macfadyen. Insomma: Jane Austen e le vicende delle sue romantiche eroine vissute nell’ atmosfera di inizio ‘800 nel cuore della campagna inglese sono sempre piaciute. E nel cuore di questo filone narrativo ci trasporta La Sorella dimenticata, romanzo di Janice Hadlow, edito da Piemme nel 2021 con la traduzione di Rachele Salerno. Al centro della vicenda troviamo Mary, la più insignificante – per non dire bruttina – tra le sorelle Bennet, protagoniste di Orgoglio e pregiudizio. La sorella “di mezzo”, completamente dimenticata e trascurata alla stregua di “quantité négligeable” nel bilancio del suo romanzo da Jane Austen, viene riportata “alla luce” da Janice Hadlow, che la prende per mano facendo emergere una strordinaria e indimenticabile figura di donna, coraggiosa  e moderna seppure profondamente ancorata nel tempo e nella società in cui si trovava a vivere. Una lettura davvero gradevole, per chi ha amato e ama Jane Austen e il suo mondo. 

EmmeDi, settembre 2024
La sorella dimenticata

Janice Hadlow

Piemme, 2021

“L’albero custode” è una storia vera, romanzata, ambientata nelle nostre valli a inizio Novecento. L’autrice ticinese Katia Balmelli, al suo romanzo d’esordio, si è ispirata ai diari originali di un uomo la cui esistenza è stata segnata dalla difficoltà di sentirsi una donna e vivere nel corpo di un uomo.
Con bravura e sensibilità Balmelli ripercorre la vita di Mario: i suoi tormenti, la ricerca di una sua identità. Le sensazioni provate dal protagonista, i dubbi, il senso di ineguatezza, l’accettazione e soprattutto la solitudine e la sofferenza, ci parlano più che mai e ci fanno riflettere sui cambiamenti profondi in atto nella nostra società, anche alle nostre latitudini.

Laura, luglio 2024
Albero custode

Katia Balmelli

Gabriele Capelli, 2024

Di Alison Weir: Caterina d’Aragona – La vera regina per Neri Pozza (2018 – trad.Chiara Brovelli) oppure Jane Seymour – La regina più amata per Neri Pozza (2020 –trad.Maddalena Togliani) ma anche: di Annie Garthwaite: Cecilia per Neri Pozza (2022 – trad.Simona Fefe)
Wikipedia definisce il romanzo storico “un'opera narrativa ambientata in un'epoca passata, della quale si ricostruisce in maniera significativa l'atmosfera, gli usi, i costumi, la mentalità e la vita in generale, così da farli rivivere al lettore. Può contenere personaggi realmente esistiti, oppure una mescolanza di personaggi storici e di invenzione.” Alcune anziane bibliotecarie erano appassionate di questo genere di narrativa, passione condivisa anche da diversi utenti della biblioteca; ecco il motivo per cui sugli scaffali si trovano diversi romanzi di questo genere. Quelli citati si svolgono tutti in Inghilterra, tra il 1400 e il 1500, e ci riportano in effetti alle atmosfere legate a quei tumultuosi anni che videro svolgersi dei sanguinosi conflitti quali la Guerra dei 100 anni, tra Francia e Inghilterra, e quindi la Guerra delle due rose, con la lotta tra le dinastie degli York e dei Lancaster. In questo scorcio di estate 2024 - che fatica così tanto a decollare - sotto questi improvvisi, infiniti scrosci di pioggia e con la nebbiolina perenne che avvolge il Monte Generoso è facile immergersi tra le pagine di questi libri e sentirsi trasportare nell’Inghilterra di quegli anni …ovviamente se siete appassionati di castelli, dame e cavalieri, intrighi e intrallazzi di corte. 

EmmeDi, giugno 2024
Cecilia

Annie Garthwaite

Neri Pozza, 2022

In biblioteca a Novazzano troviamo molti titoli di Natasha Solomons, iniziando da “I Goldbaum”, il suo convincente romanzo d’esordio. Con il successivo “Casa Tyneford” si viene decisamente conquistati. Vi si narra la vicenda di Elise Landau, nata a Vienna negli agi di una famiglia borghese ebraica (la madre una cantante lirica, il padre scrittore). Nel 1938, intuendo l’imminente catastrofe, i genitori riescono a fare fuggire le due figlie: Margot, col marito, negli Stati Uniti ed Elise in Gran Bretagna, collocata a servizio in casa di un vedovo benestante sulle coste del Dorset. Tutto il romanzo è pervaso da un clima di nostalgia e incertezza, tuttavia sempre velate di speranza. Con l’eco costante delle vicende belliche a fare da sottofondo, Elise ti prende per mano e ti accompagna nel suo personale percorso di crescita e di adattamento alla situazione che l’autrice descrive con eccellente sensibilità, profondità e finezza. Che dire: il lettore ne rimane affascinato.
Per contro, nel recente “Romeo e Rosalina” questa stessa autrice ti lascia un poco basito … e si arriva all’ultima pagina con un certo affanno. La riscrittura della storia di Giulietta e Romeo non risulta una lettura sempre gradevole: i personaggi hanno caratteri ambigui, a volte poco credibili, un po’ troppo “moderni” -forse - per la collocazione storica ed anche un tantino “sopra le righe” per essere usciti dalla penna di un’autrice che sembrava… diversa. Non è scontato riuscire a condividere questa rivisitazione dell’opera shakespeariana proposta dalla Solomons, alla quale comunque penso che varrà la pena concedere il beneficio del dubbio, attendendo con piacere una sua prossima uscita.

DiEmme, maggio 2024
Casa Tyneford Vs Romeo e Rosalina

Natasha Solomons

NeriPozza 2020 - 2023

Ci siamo lasciati tentare da questo voluminoso tomo pescato nella vetrina delle “Novità” : LA CUOCA SEGRETA DI FRIDA, edito da Salani nell’autunno del 2023 , con la traduzione di Sara Cavarero. 
Nelle sue “Note”, a pagina 589, l’Autrice rivela che “Nayeli Cruz non è mai esistita”, e di conseguenza, nemmeno sua figlia Felipa e sua nipote, Paloma. Malgrado ciò, abbiamo seguito con crescente trepidazione le loro vicende lungo le oltre 580 pagine di questo corposo romanzo, a volte un poco …complicato. Infatti, specialmente all’inizio, vi è un certo senso di “disorientamento” con quel continuo saltare dai nostri giorni – con la storia di Paloma alle prese, a Buenos Aires, con un dipinto dal valore di svariati milioni di dollari ereditato dalla nonna Nayueli e di cui vuole assolutamente conoscere la storia – agli anni 40 e 50 dello scorso secolo – quando conosciamo una giovanissima Nayeli in fuga dal suo villaggio, nel Messico, per mettersi in salvo da un matrimonio forzato. Spesso si è costretti a ritornare indietro di qualche pagina, per rimettere ordine nella narrazione e riannodare dei fili che nel frattempo si erano sciolti. Tutto sommato, però, la lettura ti incalza e ti coinvolge, soprattutto quando entrano in scena i personaggi “reali”, due artisti del calibro di Frieda Kahlo e del suo compagno di una vita Diego Rivera, ma anche altri attori che giocano un ruolo determinante per tingere di giallo questo romanzo che, sul finale, dipana la sua intricata matassa offrendo interessanti colpi di scena. Insomma, molta, moltissima carne sul fuoco, … forse anche troppa, tanto che alcuni temi vengono solo accennati e di taluni personaggi si conosce poco o si perdono le tracce. Fossimo ad agosto, sarebbe davvero un bel “libro da ombrellone”, perfetto per perdersi tra le pagine con la brezza estiva tra i capelli; ce lo faremo bastare per questo inizio di primavera, sul balcone di casa con un golfino leggero, mentre attendiamo l’arrivo delle prime rondini. E’ davvero una lettura intrigante, fatto salvo per alcuni – forse troppi … - refusi ortografici ( ah ... che nostalgia per i buoni vecchi “correttori di bozze”…) che ci auguriamo non abbiamo a diventare una cattiva abitudine nella moderna editoria.

EmmeDi, marzo 2024
La cuoca segreta di Frida

Florencia Etcheves

Salani, 2023

Martha ha manifestato i primi segnali durante la prima quarantena, intorno a marzo o aprile 2020. Benedetta entra ed esce dagli ospedali dall’età di dieci anni: da quando la sua mente ha deciso di smettere di bere, oltre che di mangiare.  
Attraverso le storie di queste ragazze, così come quelle di Giulia, Valentina, Marco e Anna, la nota giornalista Francesca Fialdini ci accompagna “Nella tana del coniglio” (Rai Libri, Roma, 2023), ossia nelle ossessioni di chi lotta, giorno dopo giorno, contro disturbi del comportamento alimentare. Queste testimonianze di vita vera, tutte corredate dal commento del medico psichiatra Leonardo Mendolicchio, spiegano in modo chiaro che cosa succede a chi soffre di anoressia e non solo, presentano i possibili scenari e percorsi di cura e mirano a dare informazioni alle famiglie che ne sono coinvolte. Fialdini, proprio come nella docu-serie “Fame d’amore” da lei condotta su Rai3 HD dal 2020 al 2023, mette in luce quello che per certi versi rimane ancora un discorso tabù, portando una riflessione sull’uso delle parole da utilizzare in questo ambito (alla fine del libro figura anche un breve glossario), avvalendosi del prezioso contributo di esperti in materia.  
Sei racconti a cuore aperto e un intento divulgativo che si distanziano dalla disinformazione e dal caos che purtroppo imperversano oggigiorno sull’argomento sui social network. 

Laura, settembre 2024
Nella tana del coniglio

Francesca Fialdini

Rai Libri, 2023

Il 30 aprile scorso ci ha lasciati Paul Auster, uno dei più grandi protagonisti della letteratura statunitense e mondiale contemporanea. Anche nel suo ultimo romanzo, che trovate sui nostri scaffali tra le novità, Auster è riuscito a calarci nel suo universo fatto di storie dentro ad altre storie, di ossessivi intrecci di esistenze e casualità di circostanze.

“Seymour Baumgartner, per gli amici Sy, è stato fortunato: appena ventenne ha incontrato l’amore della sua vita: Anna Blume. Lui è un futuro accademico, lei una futura redattrice, traduttrice e poeta. Condivideranno le loro storie fino all’improvvisa morte di lei, all’età di 58 anni, per un’onda più feroce delle altre: a quel punto inizia la vita solitaria di Baumgartner, ed è lì che lo incontriamo, all’avvio del romanzo che da lui prende il nome.” (dalla quarta di copertina)

Laura, agosto 2024
Baumgartner

Paul Auster

Einaudi, 2023

Complice la settimana al mare e le numerose ore di ozio sulla sdraio, la lettura di Un animale selvaggio di Joël Dicker per La Nave di Teseo (2024 – trad. Milena Zemira Ciccimarra) scorre via veloce, trascinata dall’incalzare degli eventi narrati. Ma, quando arrivi alla fine, il retrogusto amaro che avverti in bocca non è dovuto solo alla granita al limone del baretto sulla spiaggia … L’ultima fatica del nostro, infatti, ti lascia un po’ annichilito, quasi spaesato, neanche fossi ritornato a terra dopo essere stato via per un po’ su di un altro pianeta … L’intreccio è piuttosto diabolico - anche un po’ assurdo- e reso complicato dal continuo “va e vieni” nel tempo e nei luoghi, con il perenne riferimento al “giorno della rapina”. I personaggi principali sono due coppie di quarantenni residenti a Coligny, quartiere chic di Ginevra; eterni adolescenti ai quali l’autore ha messo accanto dei bambini, il cui unico ruolo è quello di nutrirsi di cibi precotti, fare bagni in piscina e guardare la tivù litigando tra di loro. Ci sarà, poi - non senza colpi di scena - l’annunciata rapina in una gioielleria ginevrina, e lo sconvolgimento provocato da questo evento e da tutto ciò che lo ha preceduto provocherà delle vittime. Ma, come promesso nel risvolto di copertina, sembra essere soprattutto il lettore la vittima di questo ridondante thriller, costretto ad assistere al quadro desolante fornito da questo spaccato di società vuota, annoiata e senza valori che non siano quelli da tenere in cassaforte; società da cui non emerge nessun senso di giustizia, anzi in cui sembrano trionfare la spregiudicatezza, l’importanza dell’apparire, l’imbroglio e le peggiori qualità che l’animo umano possa produrre. Una volta girata l’ultima pagina, senti forte il bisogno di cercare una lettura più rasserenante, di fare un poco la pace con il mondo, di trovare un pianeta più ospitale su cui prendere dimora.

EmmeDi, luglio 2024
Un animale selvaggio

Joël Dicker

La nave di Teseo, 2024

Un’autrice finora non conosciuta, una lettura consigliata da una bibliotecaria: beh, davvero una “buona dritta” da parte di una “fatina dei libri” che desidereresti abbracciare per il consiglio, dopo aver girato l’ultima pagina di un romanzo così bello. Sì, perché la storia di Oliva Denaro, sedicenne negli anni ’60 del secolo scorso in un paesino della Sicilia, ti lascia nel cuore una traccia indelebile. Oliva: una giovanissima donna che avrebbe voluto tutto dalla vita “salvo nascere femmina” … La seguiamo nelle piccole cose di ogni giorno: le sue amicizie, la scuola, la vita in famiglia. In modo discreto si apre, ci racconta i suoi dubbi, ci confida le domande che si pone e condivide con noi le cose “a cui è favorevole”. In bilico tra il desiderio di essere come sua madre e le sue amiche, dentro di sé avverte un sottile anelito di ribellione e di libertà, di potersi affermare come una “donna singolare”, concetto di difficile applicazione, specialmente nella Sicilia di quegli anni, ma forse non solo lì … Il suo desiderio viene mortificato e messo in discussione dalle regole non scritte imposte dalla società. Oliva, vittima della cultura del suo tempo e vittima di un ripugnante atto di violenza riesce tuttavia a gridare il suo no e a rivendicare un ruolo diverso nella Storia. Accanto a lei troviamo la sua famiglia - tutta la sua famiglia - che, pur pagando lo scotto di doversi allontanare dal paese a causa delle scelte della figlia, trova la forza di sostenerla nel suo opporsi a una cultura, una tradizione e un sistema ingiusti e indegni. Abbiamo bisogno di leggere storie che ci parlano di coraggio, di verità e di giustizia in modo così deciso, eppure delicato e garbato.

DiEmme, maggio 2024
Oliva Denaro

Viola Ardone

Einaudi, 2021

Spesso i libri ci attraggono con un’accattivante copertina: è stato il caso per questo romanzo, che si presenta con una fotografia che evoca atmosfere anche un po’ “vacanziere”…il mare sullo sfondo, la duna di sabbia con la vegetazione scarsa e selvaggia tipica delle zone nordiche…. Perché è proprio lì che ci troviamo, a Juist, una delle sette isole dell’Arcipelago delle Frisone, sul Mare del Nord, inserite nel Parco Nazionale del Wattenmeer, tutelato come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Qui, in questa regione particolare - che subito ti viene voglia di andare a visitare e scoprire - si dipanano le vicende delle sorelle Kiessling: Theda, Frauke e Marijke, le figlie di Adda, le nipoti di Johanna. Lungo le 420 pagine del romanzo il lettore viene sballottato e trascinato nella Germania in guerra e nell’immediato dopoguerra: ritrova Dresda con il feroce bombardamento del 1945, Berlino con un muro in costruzione e con le difficoltà per la popolazione di quegli anni e i tentativi di fuga verso l’Ovest. In mezzo a tutte queste vicende storiche si innestano le vicende private e personali delle sorelle, ai giorni nostri, alle prese con una misteriosa donna che arriva dalla Nuova Zelanda in cerca delle sue origini. Il passato ritorna prepotente alla ribalta, tanti misteri mai risolti chiedono finalmente di essere affrontati, la lettura incalza e … spesso ci si perde tra i salti temporali, tra i nomi complicatissimi dei personaggi, spinti dal desiderio di arrivare in fondo e finalmente venire a capo del garbuglio insieme alle sorelle Kiessling. Che dire: tutto sommato non una cattiva lettura, diciamo che “vale il viaggio”, ma spesso è stata faticosa per l’enorme mole di spunti messi sulla carta dall’autrice che, forse, avrebbe fatto meglio a non concentrare tutta la saga in un unico volume, riuscendo magari ad approfondire maggiormente certi caratteri e certe situazioni.

EmmeDi, aprile 2024
Le sorelle del Mare del Nord

Anne Prettin

Garzanti, 2022

“E dire che me l’ero immaginato tanto diverso” (pag. 10). Mai avrebbe pensato Dick Marty che gli anni della sua meritata pensione potessero prendere una piega così tormentata e imprevedibile, tanto da dover vivere per quasi un anno e mezzo con la sua famiglia sotto scorta per minacce considerate dalle autorità competenti “di estrema gravità”. 
Dick Marty ci ha lasciati il 28 dicembre scorso: giurista, magistrato e politico, a lungo procuratore pubblico del canton Ticino, consigliere di Stato, ha fatto parte della Camera alta del Parlamento svizzero ed è stato membro dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, dove ha presieduto la Commissione delle questioni giuridiche e dei diritti dell’uomo. Una figura di spicco a livello nazionale e internazionale, ma che non ha mai desiderato far parlare di sé : “racconto questi fatti (tralasciando tanti dettagli che si possono peraltro vedere in certe serie televisive) non certo per drammatizzare o, peggio, per darmi arie di importanza.” (pag. 47) 
In “Verità irriverenti” l’autore intreccia la sua ricostruzione dei fatti legati all’’inchiesta che lo ha reso bersaglio di un nemico senza nome a riflessioni attorno al funzionamento delle istituzioni, al degrado delle democrazie in tutto il mondo occidentale e anche “alla nostra mancata reazione a qualcosa che sta capitando di colossale”. Allo stesso tempo queste pagine, molte dense, raccolgono le riflessioni personali e toccanti di un uomo che sente l’urgenza di scrivere per se stesso, per cercare di far fronte a quella che sarà una battaglia impossibile da vincere.

Laura, 6 febbraio 2024
Verità irriverenti. Riflessioni di un magistrato sotto scorta.

Dick Marty

Casagrande, 2023

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